Lo stile è particolare, un modello di donna senza reticenze sulla propria sensualità. L’eccesso è provocatorio, sempre segnato da un non so che di estremo, in uno stile disincantato e spesso tutt’altro che sobrio.
Ne sono un esempio le ampie scollature posteriori, celebre quella del modello Scandalous Pinco, o del naked back, o le calze autoreggenti a vista sotto minigonne troppo corte, o la eccessiva cortezza della gonna che costringe a curare in modo particolare quel che si indossa sotto.
Se nel mondo reale gli abiti di Babele Fashion hanno una scarsa vestibilità lo scenario cambia in second life, dove il marchio di Babele ha una clientela con un livello di disinibizione molto alto.
L’inizio del successo e della notorietà del brand avvenne quando Pinco Janus, la designer principale del marchio italiano, decise di scrivere “fuck me” sulle calze.
Fu un boom senza precedenti e l’inizio di una vera e propria avventura imprenditoriale in second life che dura a tutt’oggi.
Recentemente è avvenuto un restilyng sostanziale dell’isola di babele fashion, che ha adottato una architettura più moderna ed evocativa. Gli spazi sono decisamente aumentati e con questi anche la così detta user experience dei tanti clienti di Babele Fashion.
Da parecchi mesi lo stile di babele fashion si è fatto un po’ più sobrio, ricorrendo sempre più spesso alla modalità mesh, che per sua natura non consente gli eccessi e la libertà creativa che era delle texture, alle quali i nostri designer comunque ammiccano in continuo.